La vita e il coronamento di un sogno

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Hayao Miyazaki nasce il 5 gennaio 1941 a Akebono-cho, nel distretto di Bunkyo, uno dei 23 di Tokyo. Il padre lavora alla Miyazaki Airplane di proprietà del fratello, grazie alla quale guadagnano molto poiché produttrice di componenti per aerei tra cui i Mitsubishi A6M, i famosi caccia “Zero” usati durante la Seconda Guerra Mondiale anche nell’attacco di Pearl Harbor. Questo ricordo rimarrà indelebile nella memoria del giovane Hayao, portandolo a detestare l’idea che l’arricchimento della famiglia fosse dato dal contributo del padre nello scontro bellico. Da qui molto probabilmente è nato il forte antimilitarismo che contraddistingue lui e le sue opere. Dalla professione del padre è nata però anche la passione per gli aeroplani e per il volo in generale, da sempre il sogno dell’uomo.

Durante la guerra la famiglia fu evacuata prima a Utsunomiya City e più avanti a Kanuma City, e fu durante uno degli spostamenti che accadde un fatto che Hayao ricorderà per sempre: la famiglia stava scappando dai bombardamenti a bordo di un camion, sulla strada una donna con un bambino in braccio li supplicò di fermarsi ma il padre continuò senza frenare. Miyazaki aveva quattro anni, non sufficienti per comprendere la decisione dei genitori ma abbastanza per vedere la paura della donna. Infine altro fatto che segnerà la sua infanzia è la costrizione quasi ininterrotta in ospedale della madre, ricoverata per una tubercolosi spinale, dal 1947 al 1955 dalla quale si riprenderà.

Durante questo periodo Hayao conosce i manga (i fumetti giapponesi) da cui è conquistato, i quali creano in lui il desiderio di disegnare e raccontare storie. Il “colpo di fulmine” avviene però con l’avvento dell’animazione a colori in Giappone con il film Hakujaden (La leggenda del serpente bianco) diretto da Taiji Yabushita e prodotto dalla Tōei Animation nel 1958. Questo film sarà la molla che lo spingerà a diventare animatore: esso conteneva infatti elementi comuni a quella che sarà la sua arte come l’amore (tra i due protagonisti), la magia (l’incantesimo accaduto alla ragazza protagonista) e il conflitto tra bene e male, nonché la figura della donna, dell’eroina moderna.

Mentre porta avanti costantemente la passione per il disegno e l’animazione, studia e poi si laurea nel 1963 in Scienze Politiche ed economiche e nell’aprile dello stesso anno trova lavoro alla Tōei Animation, come intercalatore, ovvero realizzatore delle immagini che rendono fluido il movimento animato. Il primo intervento importante è l’anno successivo con il film Gulliver’s Travels Beyond the Moon (Garibaa no Uchuu Ryokou, 1965) dove durante la lavorazione propone e viene accettato un diverso finale rispetto a quello della sceneggiatura originale. Alla Tōei conosce alcune delle persone più significative della sua vita come Yasuo Otsuka, maestro dell’animazione giapponese che sarà una guida per Hayao, il quale è stato key animator (colui che gestisce il layout e le animazioni chiave) del film che “stregò” il giovane animatore, La leggenda del serpente bianco. Tra chi lavorò a quel film ci fu anche Akemi Ota che diventò nel 1965 sua moglie; lui le promise che il matrimonio non avrebbe influito sulla loro carriera ma con la nascita del secondo figlio lei fu costretta a rinunciare. Lei è l’eroina di Miyazaki che per amore si è sacrificata.

Hayao da bambino insieme a sua madre
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Nell’autunno del 1965 alla Tōei non c’è un clima pacifico a causa delle proteste sindacali per le eccessive ore di lavoro e i rigidi freni imposti alla creatività. Si decide di fare delle concessioni e il film La grande avventura del piccolo principe Valiant (Taiyō no ōji – Horusu no daiboken, traducibile letteralmente come “Il principe del sole – La grande avventura di Horus”, 1968) è affidato ad Otsuka che sceglie tra i suoi collaboratori Isao Takahata alla regia, colui che diventerà amico di Miyazaki e fonderà insieme a lui lo Studio Ghibli; Hayao si occupa invece dei fondali e di alcune animazioni. La produzione dura tre anni invece degli otto mesi preventivati a causa delle decisioni di Otsuka che voleva creare un film animato per adulti, mentre la Tōei non voleva uscire dai binari dell’animazione classica, diretta ad un pubblico di bambini. Il film esce nel 1968, con buoni risultati di critica ma un disastro commerciale, tanto che dopo poco viene ritirato dalle sale cinematografiche giapponesi. Quello non fu però un insuccesso totale, esso aprì la strada ad un nuovo tipo di animazione e Miyazaki era pronto a percorrerla.

Prima Otsuka poi Miyazaki insieme a Takahata si spostano alla A-Production dove lavorano agli episodi iniziali di una delle serie anime[1] più amate e conosciute, Lupin III. Nello stesso anno (1971) Miyazaki si reca in Svezia per tentare di ottenere i diritti di Pippi Calzelunghe per farne una versione animata, desiderio che condivide con Takahata da tempo ma che purtroppo non viene realizzato: l’autrice non concede i permessi. I due anni successivi sono dedicati a Panda! Go, Panda! (Panda kopanda), soggetto, sceneggiatura e disegni di Miyazaki, regia di Takahata e animazioni di Otsuka. In questo cortometraggio ritroveremo nella protagonista Mimiko delle somiglianze con Mei de Il mio vicino Totoro sia come comportamento che visivamente (i capelli rossi), Papanda invece richiama Totoro; in Mimiko c’è anche una possibile, ma mancata, somiglianza con Pippi Calzelunghe. Nel ’74 è l’ora della serie animata di Heidi (Arupusu no shōjo Haiji; letteralmente: “Heidi, la ragazza delle Alpi”) diretto da Takahata, Miyazaki si occupa invece dei layout e dei fondali. Nel 1978, dopo aver lavorato alla sceneggiatura di Marco dagli Appennini alle Ande (Haha o tazunete sanzen ri, 1976), Miyazaki dirige pienamente la sua prima opera, la serie animata Conan, il ragazzo del futuro (Mirai shonen Konan).

Nel 1979 uscirà un’altra serie storica: Anna dai capelli rossi (Akage no Anna), diretta da Takahata e a cui Miyazaki lavorerà inizialmente, abbandonandola per andare a esordire come regista cinematografico con Lupin III: Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei – Kariosutoro no shiro). Prima di procedere al suo prossimo film, Hayao lavorerà insieme a due grandi animatori italiani per la produzione della serie Il fiuto di Sherlock Holmes (1984), Marco e Gi Pagot. Nel 1982 Miyazaki inizia a pubblicare il manga Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika), che però concluderà solo nel 1994, inizia infatti a lavorare sulla versione cinematografica partendo dalla sceneggiatura incompleta del cartaceo. Egli vuole l’assoluto controllo sulla lavorazione, assoda così come produttore l’amico Takahata, per la colonna sonora si affida a Joe Hisaishi che da adesso comporrà la quasi totalità delle soundtracks e sceglie un piccolo studio d’animazione (Topcraft); anche se il tempo è poco, l’anime esce nel 1984 riscuotendo un buon successo. Con questa pellicola sono state piantate le basi che permettono al duo Miyazaki-Takahata la realizzazione del loro sogno di fondare un proprio studio d’animazione: lo Studio Ghibli.

[1] Abbreviazione della parola animēshon, traslitterazione giapponese dell’inglese animation: animazione. Parola usata per indicare la produzione animata di serie e film (giapponesi e non); in occidente ha assunto il significato di “cartoni animati giapponesi”, ma come visto in originale il termine ha altro significato.